Dre@m magazine 22 aprilie 2008

Toto Cutugno: l’inventario dei suoi giorni migliori - l`artista è impegnato in un tour mondiale

Con la canzone d’amore Un falco chiuso in gabbia, quarta classificata al 58° Festival di Sanremo, Toto Cutugno si rimette in gioco e si conferma un cantautore italiano raffinato. All’uscita del nuovo album di inediti per Toto è iniziata un tournèe che lo porterà in giro per il mondo.

Dopo aver attraversato un periodo difficile a causa di una grave malattia, sei tornato sul palco dell'Ariston, interpretando il brano Un falco chiuso in gabbia, con grinta e determinazione…

«Quella di quest'anno è stata una meravigliosa esperienza, sul palco c'era emozione, grinta, energia. Devo ammettere che tra i 14 Festival, a cui ho partecipato, l'ultimo è stato uno dei più entusiasmanti.»

Un falco chiuso in gabbia è una struggente canzone d'amore. Come nascono in genere i tuoi brani?

«Questo brano non è autobiografico, grazie a Dio, perché parla di un amore ferito, di un amore tradito, si scopre la propria donna tra le braccia di un altro uomo, con gli stessi sorrisi, le stesse smorfie, gli stessi atteggiamenti, si sente dentro un tormento incredibile, senza saper cosa fare e alla fine si decide di andar via. E' un brano che mi piace tantissimo, in cui mi sono immedesimato, mi sono visto in un uomo tradito, il che deve essere terribile. Altre canzoni a volte nascono da situazioni autobiografiche. Le mamme è una canzone che ho scritto ricordando mia madre. Dipende sempre dallo stato d'animo e da cosa si racconta. Ad esempio, se vado a cena con un amico e lui mi racconta un aneddoto della sua vita, lo faccio mio, lo assorbo come una spugna e magari nasce una canzone.»

L'album Un falco chiuso in gabbia contiene altri tredici pezzi inediti, c'è un brano a cui sei legato in modo particolare?

«Sono felice di aver realizzato un nuovo cd di brani inediti, con canzoni e ritmi diversi l'uno dall'altro. Spero di riuscire ad emozionare chi lo ascolta. Tra i pezzi amo Non vale la pena, una canzone d'amore, di protesta nei confronti della tua donna che non è come tu la vuoi, un brano molto intenso.»

Nella serata dei duetti, hai cantato al fianco di Annalisa Minetti, sul palco siete una coppia in perfetta sintonia…

«Siamo una coppia in sintonia sul palco e fuori dal palco. Annalisa è una vera scoperta. Tre anni fa siamo stati a Sanremo, vincendo nella categoria Classic e classificandoci secondi, da allora il nostro rapporto è rimasto inalterato, abbiamo fatto insieme una tournèe, così per la serata dei duetti ho subito pensato a lei. Prossimamente ci saranno altri concerti e nel caso in cui avrà bisogno di un produttore ci sarò sicuramente. La ritengo una delle voci più belle in Italia.»

Su internet si leggono molte dimostrazioni d'affetto da parte dei fan nei tuoi confronti, cosa provi?

«Una gioia immensa! Mancavo dal panorama musicale italiano da tempo. Sono rientrato alla grande, con un nuovo look e ad essere sincero mi sento molto lusingato a ricevere dei complimenti sia come artista che come uomo.»

Negli ultimi anni hai girato un po' in tutto il mondo, America, Asia, Europa. In quale paese sei accolto più calorosamente?

«Non vorrei essere presuntuoso, ma nei paesi dell'Est vengo accolto con entusiasmo, il pubblico mi ama in una maniera che mi lascia sorpreso.»

Infatti, prima di arrivare a Sanremo sei stato al Cremlino, per un concerto con diversi artisti russi, cosa ci puoi raccontare di quell'esperienza?

«È un omaggio che hanno fatto a Toto, ventitrè interpreti russi, che hanno cantato le mie canzoni, alcune anche in italiano, un concerto di due ore e mezza, andato in onda in tv sulla rete nazionale, un evento veramente unico.»

Ci sarà una tournèe anche in Italia?

«Spero di sì. Questa è la terza stagione che non giro in tour per l'Italia e vorrei incontrare il mio pubblico al quale sono molto affezionato.»

Hai iniziato sin da bambino a suonare diversi strumenti, cosa ricordi di Salvatore bambino?

«I ricordi dell'infanzia te li porti dentro per tutta la vita. Ricordo mio padre siciliano, maresciallo nell'arsenale militare a La Spezia, è stato lui a scoprire le mie doti musicali, impartendomi le prima lezioni. All'età di 7, 8 anni, ho capito che la musica sarebbe diventata il mio futuro. Ricordo la mia famiglia molto patriarcale e sana, a tavola quando si mangiava eravamo in sei, prima della morte di mia sorella, poi siamo rimasti tre figli con mia madre e mio padre, e ci amavano moltissimo.»

C'è una canzone presentata nel 1988 a Sanremo, Emozioni: "una vita che scivola via l'inventario dei mie giorni migliori". Quali sono stati i giorni migliori e le emozioni nella vita di Toto artista ed uomo?

«Come uomo la nascita di mio figlio Nico che adesso ha 18 anni, quella è stata l'emozione più grande della mia vita. Dal punto di vista professionale, invece, quando cantai al Festival, Gli amori insieme al mito della musica mondiale Ray Charles.»